La comunicazione è una funzione tra le più complesse e instabili. Possiamo impegnarci e allenarci, ecco alcuni spunti per curare di più e meglio l’altro.
Come abbiamo visto nei passati numeri dell’Aromatario, l’approccio ecologico alla comunicazione interpersonale, tende a portare attenzione ai fattori positivi e negativi dello scambio. Considerando poi la negatività (conflitto, disagio, stress, barriere) un fenomeno che ci coinvolge tutti, l’ecologia sta proprio nella capacità della persona di trasformazione (esplorazione, sosta, elaborazione) della rabbia, dell’accusa o della chiusura, eventi questi che portano con sé la miglior evoluzione potenziale. E’ questo il concetto che ci fa poter dire che “dal negativo c’è il germe del positivo” oppure, che è “dal letame che nascono i fior”. La Comunicazione ecologica prova a dare quindi nuove chiavi di ingresso pratico proprio a questi dilemmi, per accrescere l’avvicinamento sè-altro, per sviluppare una sana integrazione di emozione-azione, negativo-positivo, apertura-chiusura. Se intendiamo migliorare la nostra disposizione alle relazioni con l’altro occorre impegnarsi, un po’ come facciamo con le funzioni della professione o del tempo libero. Fare gli adulti, i genitori, i mariti, le mogli, gli amici comporta un modo di procedere che tenga in conto della complessità della relazione, oltre che di una più che alta ignoranza relazionale in cui un po’ tutti ci troviamo. Occorre quindi darsi da fare. Tutti partiamo da abitudini scorrette nella comunicazione con l’altro, abbiamo come specie umana un “gene egoista” dentro, che ci fa una eco strana (“vita mia e morte tua”), il punto è che possiamo apprendere, possiamo imparare come essere più dialogici, meno spaventati, più costruttivi, rispettosi? Alleniamoci, alleniamoci, alleniamoci: è la strada maestra per una nuova epoca della comunicazione, quale capacità di tener conto dell’altro senza dimenticare di sè. Questa volta ci occupiamo di alcuni semplici spunti per la “cura dell’altro”, mentre in un prossimo numero della rivista affrontiamo gli spunti per la “cura di sé”, due fattori tra loro molto connessi e complementari.