Il problema è che non basta la buona volontà! Il malinteso è in agguato con la sua carica di fastidio e disagio. Come trovare nuovi modi di comprensione con l’altro?
Per anni ho pensato che parlare con l’altro fosse una cosa semplice, lineare. Io gli trasmetto le mie parole, lui le ascolta e le recepisce così come le ho inviate. Da un po’ di anni tuttavia ho dovuto giocoforza rivedere questa mappa, semplice e positivista, che cela un implicito: il mondo ruota intorno a me e l’altro non può non capirmi. E invece, nelle interazioni di tutti i giorni, in casa, al lavoro, nella società, il gioco comunicativo è variabile e complicato innanzitutto per tre tipi di aspetti che qui sintetizzo:
– Non ascolto, il grado di ascolto che ci offriamo è ridotto, spesso mediocre;
– Impatto diverso, l’altro non ci capisce, non perché prevenuto intenzionalmente, ma solo perché delle nostre parole capisce quello che può e quello che vuole;
– Un mondo diverso, l’altro ha un altro modo di vedere, capire e sentire, anche molto distante dal nostro, che ci può dare disappunto; quante volte ci diciamo: “è assurdo! ma come fa a dire quello che dice?…”